Passano gli anni, i mesi e i giorni
Passano i treni gli autobus e i taxi
Passano gli amici i conoscenti e sei passata
anche tu
Senza un ciao o una spiegazione che potesse davvero essere soddisfacente
C'è davvero qualcosa in questo folle pazzo mondo
capace di appagare? Non è affatto
semplice o scontato, per me.
E non sono mai stanco,
Di bere quando ho sete
di mangiare quando ho fame
di dormire quando ho sonno
di sognare quando ne ho bisogno.
Sogni a occhi aperti, sogni a occhi chiusissimi.
C'è rimasto ancora qualcosa che non ho visto, che non ho desiderato con quella brama che solo un bambino, solo l'infante può sperimentare. C'è rimasto ancora un sogno che non ho sognato e toccato? Raccontami le cose che non vuoi dire neanche a te stessa. Raccontami le storie che hai dimenticato senza renderti conto.
Raccontami il mare
Raccontami il fiume
Spiegami il sole
Spiegami la luna, spiegami le costellazioni e i pianeti e le galassie lontane. Ti dirò chi ero e come ho vissuto questi anni persi, queste giornate guadagnate. Ti dirò come ho lavorato, senza sosta, senza pace. Mentre il mondo sembrava esser fermo. C'è stato un attimo in cui abbiamo provato dolore e paura e speranza. Abbiamo chiuso tutto in una scatola con scritto per quando tornerà la luce, per quando il sole potrà davvero scaldarci. C'è rimasto ancora un giorno che possiamo dedicare a noi stessi, a me e a te, fottendocene del mondo. Pensando solo a noi, a quello che siamo stati e che saremo. Quello che torneremo a vedere, a toccare, senza paura, senza strane sensazioni. C'è rimasto ancora un gioco da fare insieme, anche se non ci piace troppo la gente, anche se non amiamo il casino, perché ne facciamo già abbastanza tu e io, perché non ne abbiamo mai abbastanza tu e io.
Passano gli anni, i MEME e i giorni, passano i treni gli autobus e i tram, passano gli amici i conoscenti e sei passata anche tu.
Passano gli angeli, non certo i demoni. Passa la gioia, ma resta il dolore a farci compagnia, come meglio può, come quel ricordo che non si riesce a dimenticare. Come l'imbarazzo, per il corpo che cambia e che non riconosciamo come nostro è come quel momento in cui tutto avrà senso mentre mi infilo nelle viscere di un sogno notturno. Non mi sentivo pronto a cambiare, non mi sento pronto nemmeno ora e qui. Perché passano gli anni e i mesi e i giorni, ma io non passo, ma io non posso più.
E allora passo,
sì io passo. Passo
e chiudo.
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