Esco per fare la spesa, ma ritrovo le chiavi dell'universo
Esco per fare la spesa con una strana sensazione di malinconia addosso, una di quelle che non ti stringono la gola ma ti appannano lo sguardo, come se qualcuno avesse passato un velo sottile davanti agli occhi. È Natale, o meglio: è quel periodo impreciso che gli gira attorno, quando le luci sembrano più stanche del solito e la fine dell’anno pesa come una valigia fatta male. Il 2025 è stato un anno balordo e instabile: uno di quelli che non riesci neanche a odiare del tutto perché ti ha tolto tanto senza nemmeno la decenza di spiegarti perché. Salgo in macchina senza pensarci troppo, chiudo la portiera come si chiude una parentesi e accendo lo stereo con un gesto quasi automatico, come se fosse un interruttore emotivo capace di azzerare i pensieri o almeno di confonderli abbastanza da renderli sopportabili. La musica è sempre stata così: non una soluzione, ma una tregua. Partono le prime note di Tom Waits e l’abitacolo si riempie di una voce che sembra arrivare dal fondo di un bicchie...